Da ragazzina, la mia unica certezza era che sarei diventata un architetto e che non avrei avuto figli. Terminato il liceo scientifico iniziai la facoltà di Architettura ma, dopo poco, mi resi conto che non faceva per me. Decisi di buttarmi nel mondo del lavoro e, dopo alcune ricerche, iniziai a fare l’assistente alla poltrona in uno studio dentistico. Era un lavoro che mi piaceva ma era molto ripetitivo e la mia voglia di crescere professionalmente iniziava a farsi sentire.

È il 2016 quando tutto cambia. Vengo lasciata a 4 mesi dal matrimonio e a 10 giorni dal trasloco in quella che sarebbe dovuta diventare la nostra casa. Lo shock è tale da far vacillare ogni mia certezza. Accanto a me riscopro una rete di persone meravigliose, grazie alle quali trovo il sostengono giusto per affrontare uno dei momenti più difficili della mia vita. Metto me al centro, lascio andare tutto quello che non mi appartiene più, rinasco in una nuova forma e, piano piano, le ferite si rimarginano lasciando spazio a una nuova luce e a un nuovo amore.

Nel 2020 divento mamma per la prima volta, esattamente 10 giorni prima del lockdown. Ancora non lo sapevo, ma quella sarebbe stata la mia seconda batosta! Avevo un’idea precisa di che mamma sarei stata, ma quell’idea era molto lontana dalla realtà surreale che abbiamo vissuto in quel periodo. Tanta solitudine e paura, un senso di smarrimento che non se ne andava, la sensazione di essere sempre sbagliata e il mio perfezionismo che faceva a pugni con la vita istintiva di un neonato.